mercoledì 26 ottobre 2016

Volpe, che l'uva in realtà non l'aveva mai voluta


Esopo, 620 a.C.-564 a.C.

(scroll down for the English version: FOX, WHO NEVER WANTED THE GRAPES IN THE FIRST PLACE)

Sicuramente sapete tutti chi era Esopo, ma in ogni caso ve lo dico: Esopo era un raccontastorie dell'antica Grecia, vissuto nel VI secolo avanti Cristo.

2500 anni più tardi è ancora ricordato per le sue Favole, brevi storielle con protagonisti piante e animali parlanti e una morale pensata per insegnare comportamenti virtuosi al lettore. I racconti sono di norma molto semplici, in modo da rendere evidente l'insegnamento in questione.


La Formica e la Cicala


Spesso mi è capitato di dissentire con la morale, ma quando sei una bambina e Suor Rosaldina afferma che la Formica è saggia perché è una gran lavoratrice, mentre la Cicala è una pigrona dedita al divertimento e che pertanto merita di soffrire la fame, non hai il coraggio di alzare la mano per far presente che la Formica  è un'egoista bastarda che si è goduta la musica della Cicala per tutta l'estate (la qual cosa ha reso il suo lavoro molto più leggero) e che quindi non ha nessuna valida ragione per sentirsi superiore alla Cicala. Inoltre non si capisce perché una musicista di professione non dovrebbe guadagnare esattamente quanto una lavoratrice dei campi.

Comunque.

Un'altra storia che non mi convince è quella de La Volpe e l'Uva (*). Sarà che mi sono ritrovata più di una volta in situazioni che mi hanno fatto pensare a una morale diversa, in ogni caso ecco qua come potrebbero essere andate, in effetti, le cose.

La volpe e l'Uva

In una calda giornata estiva la Volpe passeggiava con le amiche nei pressi di un frutteto e capitò sotto a una vite carica di grappoli.
Tutte le sue amiche si rallegrarono alla vista dell'uva, ma la Volpe era certa che fosse ancora acerba, perché aveva riconosciuto la sfumatura di colore che indicava che gli acini avevano ancora bisogno di sole per maturare.
Non volendo, però, rovinare la festa alle amiche, si allungò verso la vite come tutte le altre. Saltò e si arrampicò, ma per quanti sforzi facesse non riuscì a staccare neppure un grappolo. Quando alla fine decise di lasciar perdere era arruffata e accaldata,  aveva più sete di prima, era irritata nei confronti delle amiche perché il loro entusiasmo mal riposto l'aveva indotta a comportarsi così, e infine era arrabbiata con se stessa per essersi lasciata trascinare in un'impresa che non le interessava: lei, quella maledetta uva, non l'aveva mai voluta!
Le sue amiche, tuttavia, non le credettero, e sostennero che diceva così solo perché non era riuscita a ottenere quello che voleva. Lei sapeva benissimo che le cose non stavano affatto così, ma cosa poteva fare?

Quindi ecco la lezione che questa favola insegna: non fare qualcosa di cui non sei convinta, solo perché tutti gli altri pensano che sia una figata. 

 
(*) originale de La Volpe e l'Uva


ENGLISH VERSION:

You probably all know who Aesop was, but I'll tell you anyway: Aesop was a storyteller, who lived in Greece in the VI century B.C.
2500 years later, we still remember his Fables: short stories featuring talking animals and plants, and a moral to teach the reader virtuous behaviors.

I often disagree with the moral, but when you're a kid and Sister Rosaldine claims Ant is wise because she's a hard worker, whereas Grasshopper is lazy and only thinks of having fun, you don't raise your hand and point out that Ant is a selfish brat who has been listening to Grasshopper singing all Summer long (which made her own work more fun) and has therefore no reason to feel she's better than Grasshopper. Moreover, why shouldn't a professional musician earn their living exactly like a harvester does?

Anyway.

Another story that sounds wrong to me, is The Fox and the Grapes. That might be because I've found myself in situations that made me know for sure the moral was different than what Aseop suggested.

Here's what might have actually happened:

In a hot Summer day, Fox was strolling around with his friends and they happened to be near an orchard, where some grapes were hanging.
All his friends cried out with delight at the sight, but Fox noticed the pale shade of the grapes, which meant they needed more sun and were still unripe.
He didn't want to spoil the fun, though, so he started jumping like everybody else, trying to reach the grapes. He tried and tried some more, but he kept missing the target.
When he finally decided to give up, he was sweating and his fur was tangled, he was thirstier than ever and annoyed at his friends and at himself, because he had let himself be dragged into this by their enthusiastic misjudgment. He had never wanted the stupid grapes in the first place!
His friends, however, mocked him and didn't believe that for a moment, and he quickly realized he'd never be believed.

So here's the lesson this story taches: never do something you're not fully convinced of, just beacuse everybody else think it's cool.


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